I fumetti che ho amato
Ci sono autori che do per scontati. Autori che, quando parlo dei miei amori, non sento neanche il bisogno di citare. Con alcuni di questi, periodicamente, mi ritrovo a fare i conti. Altri non li menziono mai. Tra questi c’è sicuramente Moebius. Comicon, quest’anno, ha iniziato a pubblicare libri a fumetti. A cosa serve una nuova casa editrice di fumetti nel momento di massima recessione del mercato librario? A fare il primo volume di Inside Moebius, è chiaro. Si tratta di un meraviglioso trattato teorico sul lavoro di questo disegnatore incredibile, realizzato da lui medesimo. Un’autobiografia creativa e sentimentale. Moebius è uno dei 5 produttori di immaginario più influenti del ventesimo secolo: è un fatto non un’opinione.
Un libro che ormai non aspettavo più in edizione italiana è Era la guerra delle trincee di Jacques Tardi. L’ha fatto quest’anno BD e non mi pare abbia venduto un granché. Se non l’hai comprato, hai fatto una cazzata. Una di quele gravi. Puoi rimediare. Nel frattempo è successo che qualcuno cercasse di appuntare una medaglietta sul petto di Tardi (una di quelle importanti: Legione d’Onore, la chiamano). Lui ha risposto così:
“Ho scoperto con stupore dai media, la sera del primo gennaio, che mi era appena stata attribuita, d’autorità e senza informarmene, la Legione d’Onore. Essendo ferocemente attaccato alla mia libertà di pensiero e di creazione, non voglio ricevere niente, nè dal potere attuale, nè da alcun altro potere politico. È quindi con la più grande fermezza che rifiuto questa medaglia”.
Disegni bellissimi, narrazione sintetica, comicità e un sacco d’amore. In estrema sintesi questo è il contenuto di Cartoon Monarch: Otto Soglow and the Little King, pubblicato negli Stati Uniti da Idw. Non serve conoscere l’inglese per goderne: non hai scuse.
Ci sono biografie bellissime di persone bellissime. Raccontarle dovrebbe essere un gesto semplice e lineare. Il problema è che mica tutti sono capaci di raccontare le vite degli uomini e, allora, succede che la bruttezza e la morbosità avvolgano un racconto altrimenti bello. Tuono Pettinato e Francesca Riccioni, quest’anno, si sono dedicati alla vita di Turing. Leggendolo ho goduto tanto.
Lewis Trondheim è il miglior autore di fumetti fantasy del mondo. Quando, con Joann Sfar, faceva Donjon, ero costretto a farneticanti sessioni di francese (lingua che leggo senza preconcetti, non avendone il benché minimo rudimento). Adesso ha incominciato una serie nuova. Si chiama Ralph Azham e, qualche mese fa, Fantagraphics ha iniziato a pubblicarla in inglese. L’edizione americana ha una cosa divertente da osservare. L’album BD non vende? Ralph Azham ha la forma di un albo orizzontale, composto da 92 mezze tavole. Riesce a stare, comodo comodo, tra tutte quelle graphic novel che hai sullo scaffale.
A proposito di graphic novel… Il signore dei colori di Roberto La Forgia è un punto di arrivo. Un libro che prende quel formato e lo nega. Coconino è la casa editrice che meglio ha dato corpo a quel formato, definendo limiti di confezione particolarmente rigidi (la scelta della carta, della legatura, dei materiali, …). Il signore dei colori in quel formato e in quei vincoli ci entra a pie’ pari per squadernarli, raccontando una storia colta, vagamente autobiografica e ammiccante. Il tutto in una composizione della pagina che in Italia non si era ancora vista e disegnata da dio.
Forse ti sei distratto un attimo e non hai visto il primo volume della collana che Fantagraphics sta dedicando ai grandi autori della EC Comics. Il primo di questi si chiama The Corpse on the Imjin and Other Stories ed è dedicato alle storie di guerra di Harvey Kurtzman (sì, per me è un’ossessione). Il libro è così strutturato: una prima parte con storie scritte e disegnate da Kurtz, poi copertine delle sue riviste (Frontline Combat e Two-Fisted Tales) e, infine, storie scritte da Kurtz e disegnate da altri (mica sempre i soliti: stavolta ci sono Severin, Toth, Heath, Berg, Colan, Estrada, Craig, Kubert e Crandall). Qui puoi scaricare un pdf con l’indice e le prime 3 storie del libro. Godi.
Poi ci sono stati anche i manga. Due tra tutti (pubblicati entrambi da Rizzoli Lizard): NonNonBa di Shigeru Mizuki e Furari di Jiro Taniguchi.
E, oltre al Piccolo Re (che non poteva non meritarsi una menzione tutta sua), ci sono stati alcuni volumi di ristampe di classici. Robe che ad Angouleme si beccano il premio “Patrimonio”: Lucky Luke L’integrale 1963 – 1964 di René Goscinny e Morris, Nona Arte; The Complete Calvin & Hobbes voll.1-3 di Bill Watterson, Comix / Franco Panini, Gli archivi della gaffe voll 1 e 2 di Franquin, Nona Arte e, soprattutto, il sesto e ultimo volume della riproposizione integrale del Popeye di Segar fatta da Fantagraphics.
Il 2012 è stato un anno difficile. Se mi conosci personalmente, sai che sono un inguaribile ottimista. Sai che, quando qualcuno mi chiede come va, rispondo sempre (e con una punta di enfasi che rende squillante la mia voce): “Meravigliosamente! Sono un gioiello d’uomo!”
Ecco. Durante l’anno appena trascorso mi è stato più difficile dirlo. E la cosa mi ha creato qualche disagio. Annegato tra le cause e gli effetti di questi disagi, c’è il fatto che ho letto molto meno del solito. Quindi, quest’anno, l’usuale e trita listona delle cose migliori mi viene un po’ difficile. Per sentirmi meno in colpa, ti dico anche quali sono stati
I fumetti che non ho letto
Robe che ho comprato e che ancora giacciono sulla mensola, ma sulla cui bellezza ho pochissimi dubbi.
Nick Carter: 40 anni sulla scena del crimine di Bonvi, edito da Magazzini Salani (sfogliandolo rapidamente scopro che, nella preparazione del pdf, qualcuno si è perso una pagina dei redazionali: significa che il libro ha una pagina bianca, in mezzo a quelle noiose, su cui puoi disegnare il tuo Nick Carter).
Le avventure di Huckleberry Finn di Antonio Tettamanti e Lorenzo Mattotti, Orecchio Acerbo / Coconino (credo che sia uscito un millennio fa su “Seconda mano”; da qualche parte ho una vecchia edizione in bianco e nero edita alla fine degli anni Settanta da Ottaviano: Mi pare che questa edizione – orizzontale e a colori – sia decisamente più bella).
L’urlo del popolo vol.2 di Jean Vautrin e Jacques Tardi, Double Shot (lo so, sono imperdonabile)
Building Stories di Chris Ware, Pantheon (chissà se riuscirò mai a leggerlo… Ware richiede molta più dedizione di quella che questo gracile corpicino riesce a contenere. Lo scatolone, con tutti i suoi frantumi di storia, è bellissimo e mi basta sapere che è là in cima a una mensola).
Finestre sull’occidente, Felipe Cava e Raùl, Giuda (Wow! Lo leggo, giuro).
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