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Channel: Il Soggiorno di casa Spari – Spari d'inchiostro
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I fumetti del 2012

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I fumetti che ho amato

InsideMoebius

Ci sono autori che do per scontati. Autori che, quando parlo dei miei amori, non sento neanche il bisogno di citare. Con alcuni di questi, periodicamente, mi ritrovo a fare i conti. Altri non li menziono mai. Tra questi c’è sicuramente Moebius. Comicon, quest’anno, ha iniziato a pubblicare libri a fumetti. A cosa serve una nuova casa editrice di fumetti nel momento di massima recessione del mercato librario? A fare il primo volume di Inside Moebius, è chiaro. Si tratta di un meraviglioso trattato teorico sul lavoro di questo disegnatore incredibile, realizzato da lui medesimo. Un’autobiografia creativa e sentimentale. Moebius è uno dei 5 produttori di immaginario più influenti del ventesimo secolo: è un fatto non un’opinione.

tard1a

Un libro che ormai non aspettavo più in edizione italiana è Era la guerra delle trincee di Jacques Tardi. L’ha fatto quest’anno BD e non mi pare abbia venduto un granché. Se non l’hai comprato, hai fatto una cazzata. Una di quele gravi. Puoi rimediare. Nel frattempo è successo che qualcuno cercasse di appuntare una medaglietta sul petto di Tardi (una di quelle importanti: Legione d’Onore, la chiamano). Lui ha risposto così:

“Ho scoperto con stupore dai media, la sera del primo gennaio, che mi era appena stata attribuita, d’autorità e senza informarmene, la Legione d’Onore. Essendo ferocemente attaccato alla mia libertà di pensiero e di creazione, non voglio ricevere niente, nè dal potere attuale, nè da alcun altro potere politico. È quindi con la più grande fermezza che rifiuto questa medaglia”.

OttoSoglow

Disegni bellissimi, narrazione sintetica, comicità e un sacco d’amore. In estrema sintesi questo è il contenuto di Cartoon Monarch: Otto Soglow and the Little King, pubblicato negli Stati Uniti da Idw. Non serve conoscere l’inglese per goderne: non hai scuse.

Turing

Ci sono biografie bellissime di persone bellissime. Raccontarle dovrebbe essere un gesto semplice e lineare. Il problema è che mica tutti sono capaci di raccontare le vite degli uomini e, allora, succede che la bruttezza e la morbosità avvolgano un racconto altrimenti bello. Tuono Pettinato e Francesca Riccioni, quest’anno, si sono dedicati alla vita di Turing. Leggendolo ho goduto tanto.

RalphAzham

Lewis Trondheim è il miglior autore di fumetti fantasy del mondo. Quando, con Joann Sfar, faceva Donjon, ero costretto a farneticanti sessioni di francese (lingua che leggo senza preconcetti, non avendone il benché minimo rudimento). Adesso ha incominciato una serie nuova. Si chiama Ralph Azham e, qualche mese fa, Fantagraphics ha iniziato a pubblicarla in inglese. L’edizione americana ha una cosa divertente da osservare. L’album BD non vende? Ralph Azham ha la forma di un albo orizzontale, composto da 92 mezze tavole. Riesce a stare, comodo comodo, tra tutte quelle graphic novel che hai sullo scaffale.

Il-signore-dei-colori

A proposito di graphic novel… Il signore dei colori di Roberto La Forgia è un punto di arrivo. Un libro che prende quel formato e lo nega. Coconino è la casa editrice che meglio ha dato corpo a quel formato, definendo limiti di confezione particolarmente rigidi (la scelta della carta, della legatura, dei materiali, …). Il signore dei colori in quel formato e in quei vincoli ci entra a pie’ pari per squadernarli, raccontando una storia colta, vagamente autobiografica e ammiccante. Il tutto in una composizione della pagina che in Italia non si era ancora vista e disegnata da dio.

Corpse

Forse ti sei distratto un attimo e non hai visto il primo volume della collana che Fantagraphics sta dedicando ai grandi autori della EC Comics. Il primo di questi si chiama The Corpse on the Imjin and Other Stories ed è dedicato alle storie di guerra di Harvey Kurtzman (sì, per me è un’ossessione). Il libro è così strutturato: una prima parte con storie scritte e disegnate da Kurtz, poi copertine delle sue riviste (Frontline Combat e Two-Fisted Tales) e, infine, storie scritte da Kurtz e disegnate da altri (mica sempre i soliti: stavolta ci sono Severin, Toth, Heath, Berg, Colan, Estrada, Craig, Kubert e Crandall). Qui puoi scaricare un pdf con l’indice e le prime 3 storie del libro. Godi.

Poi ci sono stati anche i manga. Due tra tutti (pubblicati entrambi da Rizzoli Lizard): NonNonBa di Shigeru Mizuki e Furari di Jiro Taniguchi.

E, oltre al Piccolo Re (che non poteva non meritarsi una menzione tutta sua), ci sono stati alcuni volumi di ristampe di classici. Robe che ad Angouleme si beccano il premio “Patrimonio”: Lucky Luke L’integrale 1963 – 1964 di René Goscinny e Morris, Nona Arte; The Complete Calvin & Hobbes voll.1-3 di Bill Watterson, Comix / Franco Panini, Gli archivi della gaffe voll 1 e 2 di Franquin, Nona Arte e, soprattutto, il sesto e ultimo volume della riproposizione integrale del Popeye di Segar fatta da Fantagraphics.

Il 2012 è stato un anno difficile. Se mi conosci personalmente, sai che sono un inguaribile ottimista. Sai che, quando qualcuno mi chiede come va, rispondo sempre (e con una punta di enfasi che rende squillante la mia voce): “Meravigliosamente! Sono un gioiello d’uomo!”
Ecco. Durante l’anno appena trascorso mi è stato più difficile dirlo. E la cosa mi ha creato qualche disagio. Annegato tra le cause e gli effetti di questi disagi, c’è il fatto che ho letto molto meno del solito. Quindi, quest’anno, l’usuale e trita listona delle cose migliori mi viene un po’ difficile. Per sentirmi meno in colpa, ti dico anche quali sono stati

I fumetti che non ho letto

Robe che ho comprato e che ancora giacciono sulla mensola, ma sulla cui bellezza ho pochissimi dubbi.

Nick_Carter_salani1

Nick Carter: 40 anni sulla scena del crimine di Bonvi, edito da Magazzini Salani (sfogliandolo rapidamente scopro che, nella preparazione del pdf, qualcuno si è perso una pagina dei redazionali: significa che il libro ha una pagina bianca, in mezzo a quelle noiose, su cui puoi disegnare il tuo Nick Carter).

Huckleberry

Le avventure di Huckleberry Finn di Antonio Tettamanti e Lorenzo Mattotti, Orecchio Acerbo / Coconino (credo che sia uscito un millennio fa su “Seconda mano”; da qualche parte ho una vecchia edizione in bianco e nero edita alla fine degli anni Settanta da Ottaviano: Mi pare che questa edizione – orizzontale e a colori – sia decisamente più bella).

L’urlo del popolo vol.2 di Jean Vautrin e Jacques Tardi, Double Shot (lo so, sono imperdonabile)

JRA_CHRIS_WARE_004.jpg

Building Stories di Chris Ware, Pantheon (chissà se riuscirò mai a leggerlo… Ware richiede molta più dedizione di quella che questo gracile corpicino riesce a contenere. Lo scatolone, con tutti i suoi frantumi di storia, è bellissimo e mi basta sapere che è là in cima a una mensola).

Finestre sull’occidente, Felipe Cava e Raùl, Giuda (Wow! Lo leggo, giuro).


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Di Nani e di altre

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Il mio amico Andrea ha visto al cinema il film nuovo di Chris Sanders, I Crood. Io ancora non ci sono andato, ma rimedierò. Il regista è un tipo cui bisogna voler bene per alcuni ottimi motivi.

Innanzitutto perché è il regista di Lilo e Stitch  e di How to Train Your Dragon, due film d’animazione divertentissimi. In particolar modo, il primo è quel gioiellino di alienità totale che la Disney di Eisner si giocò malissimo. Lo fecero uscire nel momento sbagliato, convinti che sarebbe stato un flop, e, subito dopo, chiusero gli studi di animazione 2D, perché anacronistici (sembra passato un millennio, ma c’è stato un tempo in cui 2D significava “animazione tradizionale” e 3D “quelle cose della Pixar”). Il successo di quel film costrinse l’azienda ad alcuni ripensamenti.

In Lilo e Stitch ci sono alcuni dei nuclei familiari più eversivi che il cinema ci abbia mai mostrato. Ma soprattutto c’è una ragazza, Nani, la sorella di Lilo, che è una delle femmine più erotiche del cinema d’animazione mainstream.

Siccome Andrea mi ha ricordato quanto sexy siano le fanciulle di Sanders, mi sono messo a cercare immagini nel web. Ecco una gallery. Buona settimana.

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Johnny Got His Tumblr

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Grazie a du9, ho trovato un tumblr di Charles Burns. Si chiama Johnny 23, proprio come il virus del linguaggio di Burroughs e Gysin e come lo spin off di X’ed Out che l’autore ha fatto per i marsigliesi di Dernier Cri.

Il tumblr lo trovi qui.

Un po’ di tempo fa, ho scritto tre post su Johnny 23 (qui, qui e qui).

Pesco un po’ di immagini da quel tumblr, perché mi piace l’idea di vederle scorrere sul mio schermo, e – qualora non lo avessi già fatto – ti invito ad andare in libreria per vedere se gli è rimasta qualche copia dei primi due libri del lavoro più recente di Burns: X’ed Out e The Hive (in italiano per Rizzoli Lizard, tradotti dall’ipofrigio, e in inglese per Patheon/Randomhouse).

Le facce di Face-tasm, librino mix and match (uno di quelli con le pagg tagliate a strisce per ricomporre immagini diverse) fatto con Gary Panter Matite della copertina di The Hive secondo me viene da Black Hole (l'hai letto, vero?), ma non ricordo da dove WOW! Le terribili uova di X'ed Out i finghi di Tintin Nitnit
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Mordersi i gomiti

Eddy

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Eddy Baby

Emmanuel Carrère, specialista in biografie, ha degnamente sciacallato sulle carni vive di Eduard Limonov. Un bel libro, molto venduto, scritto nella bella lingua adelphiana calassizzata, Limonov è esattamente quello che ti aspetteresti: la biografia fichissima di un tipo che ha vissuto e che è riuscito ad antologizzare, nel proprio corpicino, un intero catalogo di patologie della psiche. Eduard Limonov, oltre a essere oggetto di biografie, è (per me, soprattutto) uno scrittore, uno di quelli potenti. Per raccontare la sua vita, Carrère si è guardato bene dal riportare brani dai suoi scritti (sempre autobiografici), non dimenticandosi però di parafrasare le storie là contenute (senza mai, citare la fonte, perché siamo di fronte a una biografia letteraria e le note sono peccato gravissimo).

Devo confessarti che a me Carrère sta antipatico. Non sono mai riuscito a leggere un suo libro tutto intero: sono crollato di noia su Baffi; ho provato più volte a leggere quell’Avversario di cui mi dicono benissimo; l’ho molto odiato quando l’ho ritrovato autore di Io sono vivo e voi siete morti, biografia di Philip K. Dick. Un tipo che, per raccontare la vita di uno dei miei scrittori preferiti, usa un sacco di parole per non dire neanche un decimo delle cose che Robert Crumb infittisce nelle otto pagine di The Religious Experience of Philip K. Dick (lo conosci? No? Vai subito a leggerlo, qui)

Ok. Se vuoi e se hai tempo, leggi il libro di Carrère: racconta una storia potentissima. La trovi, tra le pagine del libro, se riesci a schivare i continui giudizi morali distribuiti dal biografo e sopravvivere a quella sonora idiozia in apertura: “Limonov non era un romanziere, sapeva raccontare soltanto la sua vita”.

Se invece hai meno tempo e vuoi godere sul serio, leggi i libri di Limonov: ce ne sono quattro o cinque ancora disponibili. Io incomincerei da Eddy Baby, ti amo (Salani) e da Il diario di un fallito (Odradek). Tu fai come ti pare.

Se facessi il libraio, accanto alla pigna di Limonov di Carrère, qualche copia dei libri di Limonov ce la terrei. Così, per sfruttare un’opportunità commerciale e per fare del bene.


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Ottobre sotto la pioggia

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Stato_maggiore_fascista_durante_la_marcia_su_Roma

Benito Mussolini partì per Roma da Milano alle 20.30 della sera del 29 ottobre 1922. Aveva fatto riservare un certo numero di posti in vagone letto per sé e per il suo seguito, Aldo Fini, Cesare Rossi, Alessandro Chiavolini, Manlio Marangoni e Arturo Benedetto Fasciolo. La sera era piovigginosa, ma la folla, già densa sul piazzale della stazione, s’addensava maggiormente nel salone centrale e sotto la pensilina a fianco del treno. Il servizio d’ordine era mantenuto dalle camicie nere e questo aumentava il disordine. Molti applausi. Una certa signora Caminada offrì un mazzo di fiori. Un certo signor Carmine, cittadino ticinese, non volle essere da meno. Benito Mussolini finse di odorare i fiori con trasporto. Era piuttosto impossibile percepire un qualsiasi odore del genere data la puzza di ferrovia, ma forse, nell’esaltazione della vittoria, lui riuscì a immaginarsi di percepirlo. Si sentiva in vena di frasi storiche. Ne disse una al maggiore delle guardie regie che il giorno prima aveva comandato l’assedio a “Il Popolo d’Italia” ed era stato sul punto di metterlo in prigione. Ora il maggiore delle guardie regie, impacciato, si faceva raccomandare da Achille Starace per ottenere il perdono da Sua Eccellenza.
- Ieri vi ho molto apprezzato, – gli disse Mussolini, – Congratulazioni. Il fascismo, che vuole restaurare l’autorità dello stato, ha bisogno di uomini come voi.
Disse un’altra frase storica al capostazione. Gli venivano proprio bene:
- Voglio partire in perfetto orario. D’ora in poi ogni cosa deve camminare alla perfezione.
Era addirittura un programma di governo. Salito sul treno pretese di conoscere il personale. Si avanzarono il macchinista e il fuochista in camicia nera con decorazioni. Nello stretto corridoio del treno non si circolava. A voce più o meno bassa Benito Mussolini impartì le ultime istruzioni ad Achille Starace e a suo fratello Arnaldo, saliti pure loro sul treno per un ultimo abbraccio. Si trattava de “L’Avanti”. Il suo ex giornale gli stava sempre a cuore.
- Non deve uscire. Se no, domani mi butta uno sciopero generale tra i piedi.
Ai piedi aveva le ghette bianche. Aveva anche la bombetta e la camicia nera. Un vero figurino. Il capostazione, ligio alla consegna appena ricevuta, aveva già cominciato a fischiare la partenza in lieve anticipo, quando Mussolini si affacciò al finestrino, strabuzzò gli occhi e spalancò i labbroni felici:
- Vi ringrazio del vostro caloroso omaggio che accolgo come un viatico per la dura fatica che mi aspetta. Vi garantisco che esisterà un governo nella pienezza assoluta della sua forza e con tutti i mezzi per farla valere. La vittoria bacia oggi i gagliardetti fascisti, e vi invito ancora una volta a gridare: Viva l’Itaglia.
Il capostazione non riusciva a farsi sentire tra le acclamazioni, e temeva di mancare al suo compito nella nuova Italia: quello di far partire in perfetto orario il DD 17. I suoi fedeli avevano tenuto nascosto a Benito Mussolini il numero del direttissimo. Ogni grande uomo ha le proprie debolezze. Anche il più grande. Persino il più grande dei grandi. Benito Mussolini aveva la debolezza della superstizione.

(Oreste del Buono, da Ottobre sotto la pioggia in Tornerai, Einaudi, 1976)

OdB è stato schiacciato dalla sua grandezza intellettuale. Lo si considera uno straordinario giornalista, critico, direttore di riviste, curatore di collane, editor, eccetera. Le sue qualità di narratore tendono a essere prese sottogamba. Era un gigante. E questo Tornerai non lo si trova mica in libreria. Sarebbe dovuto finire nel secondo Antimeridiano a lui dedicato, ma ISBN pare essere stufa di spedire quei volumi (fatti apposta per andare in frantumi al primo sfoglio) al macero. Ho copiato l’inizio del suo racconto della marcia su Roma. Un racconto, breve, che si chiude con questa frase:

Benito Mussolini fece il suo ingresso nella reggia alle 11.15. Il suo viaggio verso il potere si era concluso. Anche il mio viaggio verso la schiavitù stava per concludersi. I miei stramaledetti genitori avevano pensato bene di concepirmi proprio nel periodo in cui, da queste parti, Benito Mussolini era l’unico uomo con i coglioni. O quasi.


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The Launch of the Readers Token

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Readers Token

Joost Swarte è un fumettista gigantesco. Gran parte dei suoi fumetti è raccolta in unico libro che non riesco a consigliarti. Davvero. Neanche se mi sforzo. Eppure è un libro che ho aspettato per un sacco di tempo ed è uscito in inglese e francese, due lingue che posso fingere di capire. Il libro si chiama Is That All There Is? nell’edizione Statunitense (per Fantagraphics) e Total Swarte in quella francese (per Denoël). È minuscolo, 17×21, e costa una fucilata ($35 nell’edizione USA e €26 in quella francese). Quello, lo sai, non è un formato da reputare molto piccolo in assoluto: è che, per quei fumetti, serviva il formato album BD (un po’ più del doppio).

Evidentemente, tanto fantagraphics quanto denoël hanno dovuto inghiottire quel formato (ché, visto lo stato del mercato librario, un prezzo più alto non sarebbe stato certo un problema per quel prodotto). E, a noi, tocca comprare quel libro turandoci il naso.

L’olandese Swarte è uno degli ospiti del prossimo Comicon di Napoli. Gli sarà dedicata perfino una mostra. Non sarò a Napoli e mi dispiace moltissimo (per vari motivi: quello che posso dichiarare è che, oltre alla mostra dedicata a Swarte, ce ne sarà una sull’esperienza di “Valvoline Motorcomics”, ed è roba che, ancora oggi, mi commuove).

Visto che il libro fondamentale non posso proprio consigliartelo, devo trovare un astuto scamotaggio (come quello degli uomi mascherati) per parlarti di Swarte e per indurti a frequentare Napoli (ma se hai bisogno che ti parli di fumetti per andare a Napoli, lasciatelo dire: sei malato).

Ho gioco facile grazie a un albetto (anch’esso costosissimo) difficilissimo da trovare. E’ edito da questi signori, di cui mi è impossibile digitare il nome senza inserire un milione di errori ortografici, e contiene una storia di 3 paginette. E’ uno di quei librini che si aprono a fisarmonica, con la parte sensata del libro che si sviluppa su una faccia e, sull’altra, un pattern di immagini tassellate. Quelle tre paginette, piccole (anche più piccole di quelle che compaiono su Is That All There Is?), sono apparse originariamente sul rapporto annuale del 2009 dell’associazione dei librai olandesi. Una storiella a fumetti bellissima e leggera che parla di libri e letture. In copertina il più ironico tra gli strilli: A Tiny Graphic Novel.


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Ti avevo quasi rimpianto

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Loustal

Quella cosa che chiamo fumetto è un’esitazione. Vive sulla pagina che, nonostante le apparenze, è un punto di equilibrio instabile come pochi altri. Eppure, la pagina sembra fatta apposta per gestire lo stallo e l’inamovibilità. Sciocchezze cui possono credere solo i cattivi lettori e i peggiori sceneggiatori. L’aver scalpellato, su un foglio di carta, segni neri che assomigliano a immagini e parole non costruisce pagine, ma lapidi.

La pagina del fumetto è la superficie su cui muovere lo sguardo e, per sua stessa natura, non può tollerare taylorismi. I migliori professionisti, disposti in fila indiana, come durante i primi anni di scuola, aspettano il proprio turno per usare il proprio strumento sulla pagina. Be’… Il fumetto non funziona così. Quel mostro fatto di gente che raffina la scrittura, attraverso passaggi di precisazione dell’inquadratura e del dialogo, per poi lasciare il campo a chi mette a fuoco il disegno, ecco, quel mostro è fumetto solo nominalmente.

E mica voglio dire che non sia possibile che un fumetto nasca da collaborazioni – figurati! – intendo solo che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago.

Una delle collaborazioni più strane che io abbia mai incontrato è quella tra Jacques de Loustal e Philippe Paringaux. Sembra quasi che i due non abbiano la più pallida idea di cosa sia un fumetto: Paringaux scrive racconti di sole parole e li affida a Loustal perché egli ne faccia qualcosa. Sono racconti potenti, tanto neri da mozzare il fiato, e il disegnatore li mette in pagina. Nel farlo, però, mostra un’umiltà assurda e straniante: non elide le parole per evitare ridondanze, anzi, le sottolinea, giocando con asincronie tra la didascalia (quasi sempre presente) e l’immagine.

Quando gli illustratori, quelli bravi, raccontano qual è il peggior problema del libro con le figure, parlano sempre di ridondanze. Facci caso. Una volta, Fabian Negrin mi ha raccontato il suo disagio usando queste parole (le copio da un’intervista pubblicata sul numero di ottobre 2009 de “Lo Straniero”):

“[Sono al servizio] della storia. Non del testo. La storia è il testo + l’immagine + la grafica + la stampa. L’ideale sarebbe che poi anche il testo di partenza cambiasse. A volte lavorando su testi miei, dopo aver fatto i disegni, con Orecchio Acerbo riusciamo a cambiare alcune cose. Però normalmente non c’è più tempo, perché il libro deve andare in tipografia, perché sono già stati fatti i lanci, eccetera. Però l’ideale sarebbe che dopo che l’illustratore ha fatto i disegni, lo scrittore riprendesse in mano il suo testo e lo modificasse in funzione delle immagini. Perché dirmi com’è vestito quel personaggio se c’è già l’illustrazione?”

Ecco. Il rapporto tra Loustal e Paringaux non prevede modifiche alle parole. Guarda quei disegni: Loustal non è umile, è un fumettista. Sa che le didascalie non sono il male assoluto e le usa per delimitare il testo di Paringaux. Ma non lo fa con un approccio da “Corriere dei Piccoli”, quelle parole non sono i suoi ottonari in rima baciata, il disegno per lui non è la chiave divertente che ti consente di accedere alla cultura della parola.

I fumetti di Loustal e Paringaux sono fumetti.

(scrivo, ancora emozionatissimo, subito dopo aver riletto Il sangue della mala, di Loustal e Paringaux, uscito per Coconino nel 2007: amazon lo dà ancora disponibile)


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Dolori della crescita

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Ok. Quando capisco che ho comprato lo stesso libro, involontariamente, per la terza volta, subito, mi do dell’imbecille. Poi, mentre sbollisco quel po’ di rabbia che mi si è posata sul diaframma, calcolo il costo di quel parallelepipedo di carta. Innanzitutto c’è quel numero stampigliato da qualche parte sul dorso: il prezzo. E’ un numero di solito esoso che racconta al mondo quanto sono spendaccione, ma da solo non basta a dire il costo di un libro. Siccome coi libri ci vivo, il loro costo è una funzione del loro prezzo e dello spazio che occupano sulla mia mensola: volume x tempo.

Con quel costo devo trovare un punto di equilibrio e, per farlo, devo scendere a compromessi con me stesso. Ho deciso che la smetto di prendermi in giro: sto accumulando troppa roba di cui non mi importa nulla e non trovo le cose che mi interessano.

Ho deciso che non butterò tutto. Mi limiterò a liberarmi di moltissimo. Il resto deve essere accessibile facilmente (be’, mi accontento di “abbastanza facilmente”). Afferro pigne di libri e inizio a sfogliare. A quel punto, è difficilissimo: devo decidere, per ciascun libro, se vale l’investimento che mi richiede: lo spazio che occupa e, soprattutto, il fatto che, a un certo punto, si adopererà per nascondere qualcosa di bello, utile e importante.

Ogni scelta è dolorosa. Qualcuna più delle altre.

Però, mentre mi strappo di dosso questi brandelli di carta, scopro libri che non ricordavo. Per esempio, questo.

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E, mentre scrivo, nel lettore gira il disco di inediti di Jimi Hendrix, che giaceva racchiuso tra quelle copertine.


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Domenica

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Una volta c’era “Solo”, una testata DC dedicata di volta in volta a un autore diverso. Era un bell’oggettino, uno di quei comic book che del prodotto povero su cui il fumetto ha conosciuto grandissima diffusione negli USA conserva solo il nome. 32 pagine di carta preziosa spillate e copertinate con gusto. Niente carta porosa da quotidiano, niente fuori registro e niente pubblicità in mezzo alla storia. Niente comic book, insomma.

Su “Solo” sono passati Sergio Aragones, Mike Allred, Rishard Corben, Tim Sale, Howard Chaykin… A un certo punto c’è passato anche Paul Pope che, tra le altre cose, su quelle pagine ha riletto Omac (One Man Army Corp) di Jack Kirby.
Magari ti ricordi la rilettura che di quel personaggio ha fatto John Byrne. Ecco. Dimenticala. Questo è sesso puro. (da qui)
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Here is why…

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Quando mi sveglio, per prima cosa svuoto il feed reader. Poi butto un’occhiata a twitter. Solo alla fine annuso facebook. Ed è lì che, stranamente, trovo un commento di Kyle Baker a una notizia che ha appena rilanciato su twitter.

Why_I_Hate_Saturn

Here’s why I haven’t written a new book in years; The Slow Death of the American Author

Kyle Baker When I started my career in the ’80s, newspapers and magazines attracted top cartooning talent, because they paid very well. As periodicals lost circulation and ad revenue, they paid less for cartoons. At the same time, bookstores were growing, and the “graphic novel” business became more lucrative. By the mid-’90s, you could see that newspapers no longer attracted top talent. There hasn’t been a great newspaper or magazine cartoonist in DECADES, because the most talented people go where the cash is. In the ’90s, the best cartoonists were doing books. Now I’m doing games and animation.

Kyle Baker Years ago, I met a King Features Syndicate executive at a party. I asked him why newspaper comics were so bad now. Where were the Al Capps and Walt Kellys of our time? Why couldn’t King Features, the top newspaper syndicate get some good cartoons? The exec asked, “Do you want to do a newspaper strip for us?” I thought about it and said, “No…I see your point.”

Kyle Baker Comic books have gone the same way in recent years. Since the Disney acquisition of Marvel, both Marvel and DC have ceased to be a place for cartoonists to make money. I grew up dreaming of being a newspaper cartoonist, and went into comic books instead because I could make a good wage. Now I’ve moved on. I’ll probably release my next work on some sort of mobile phone or tablet platform. Those fields are currently offering good money. Better than TV these days. I just got a call from a TV show asking if I was available to work, and I turned them down because I’m doing an internet thing which pays better.

Da qui


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Rassegnati (190413)

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12 Hendrix

Leggere fumetti è sexy

Parole:

  • Thierry Groensteen racconta cose interessanti sull’autoritrato nel fumetto. Su Nouvieme art 2.0. QUI.
  • Paul Gravett ricorda Margaret Thatcher attraverso i fumetti che si sono ricordati di lei. QUI.
  • Richard Kadrey, via twitter, mi fa sapere “The entire run of Omni magazine is online for free”. QUI
  • Wired mi racconta che quella gran pettegola di Siri è la prossima frontiera della profilazione utente. QUI.
  • Matteo Stefanelli parla della prossima uscita di un libro cui tengo tanto: Roy Mann di Tiziano Sclavi e Attilio Micheluzzi. QUI. Settimana prossima te ne parlo più diffusamente (esce il 24 aprile).
  • Diego Cajelli intervistato da Dario Forti di Comicus su Long Wei. QUILa prima domanda di Fonti a Cajelli inizia così “Hai l’occasione di smentire Paolo Interdonato”. L’ho trovato buffo.
  • Lo storico inglese John Foot (corri a leggere il suo libro sul Miracolo a Milano) commenta su twitter la copertura del funerale della Thatcher della BBC: ”The BBC deserves everything it gets after that pathetic arse-licking coverage”. Corri a seguirlo su Twitter: QUI:
  • L’invasione delle lumache giganti. QUI e in Florida. (Va be’… faceva ridere)

Figure:

  • Copertina della Donna Insetto di Osamu Tezuka (apparsa, credo, su “COM”) da “Du9, L’autre Bande Dessinéee”. QUI
  • GIF animate da Porco Rosso di Hayao Miyazaki. Vengono dai cartoni animati in bianco e nero che si intercettano nel film. da “Studio Ghibli gifs”. QUI. (non resisto e qua sotto ne inserisco una)

  • Una ballerina di can can disegnata da Paul Pope. Da “snowce”. QUI.
  • E, sempre da “snowce”, la catwoman sexy di Grégoire Guillemin. QUI.
  • Un po’ di pagine di Shhhh di Jason. QUI.
  • Sul tumblr di Fantagraphics ci sono le matite di tre proposte di cartoon politici di Carl Barks (prima di fare i paperi, Barks ha disegnato anche qualche donnina discinta: non è un segreto). QUI. L’ultima vignetta mi mostra un punto di contatto – di nome Ortone – che non avevo previsto tra Barks e Dr. Seuss. Sono cose che mi commuovono.
  • Un set di illustrazioni di Shotaro Ishinomori da Zonanegativa. QUI.
  • Sul blog di “Forbidden Planet” (QUI), ho trovato questo cartoon di Posy Simmonds

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  • E, sempre su “Forbidden Planet”, una pagina di commento alla mostra di Harvey Kurtzman alla Society of Illustrators di New York. HEY LOOK! HERE!

Fatti:

  • Dal 25 al 28 aprile, a Napoli c’è il COMICON.
  • Dal 26 aprile al 16 giugno, allo spazio WOW (in viale Campania 12, a Milano) c’è una mostra sul “Corriere dei Ragazzi”. Il 12 maggio (è una domenica) c’è un incontro con un po’ degli autori che hanno partecipato a quella straordinaria impresa. Ci sono Mino Milani, Grazia Nidasio, Alfredo Castelli, Mario Gomboli, Aldo Di Gennaro, Silver, Adriano Carnevali… Ho trovato le info QUI. Io cerco di andarci.

Carte:

  • E’ uscito uno volume Fandango contenente Tutto Zanardi di Andrea Pazienza. Non so se ci sia tutto-tutto (e, per essere onesti, non credo sia così importante), sicuramente ce n’è abbastanza. Dentro c’è sicuramente Lupi
  • E’ uscito per Hazard il secondo volume di Kagemaru Den di Sanpei Shirato. Ha alcune delle caratteristiche che ti indicano immediatamente il libro da evitare: stampato male, con un inchiostro che invecchia male e tende al rossastro, su carta scelta male. Però devi comprarlo lo stesso. E’ una storia potentissima, fumettata da un gigante, e – per quanto ne so – + anche l’unica edizione, in una lingua intelligibile, di quel fumetto.
  • In libreria ho trovato Zio Boris edito da Panini Comics. Stupore per il fatto che l’editore modenese, dopo il successo delle raccolte di Peanuts di Charles Schulz, abbia deciso di raccogliere, in un volume orizzontale cartonato e con sovracoperta, una striscia italiana. Zio Boris, nato sulla rivista “Horror” di Gino Sansoni e proseguito sul “Corriere dei ragazzi”, è di Alfredo Castelli, Carlo Peroni e Daniele Fagarazzi. In chiusura del libro ci sono anche tutte le strisce dell’effimera striscia La vecchia casa oscura di Castelli e Silver. 290 pagine per una ventina di euro.
  • Sono usciti anche
    • il primo dei due volumi della prima serie di Batman Inc. di Grant Morrison (RW). Mi dicono sia bello, sfogliandolo mi pare noioso.
    • Seraphim di Mamoru Oshii e Satoshi Kon (Panini). I film di Kon mi piacciono tantissimo e ne avrei visti volentieri altri. I suoi fumetti mi sembrano meno interessanti. Questo è il racconto dello scazzo tra due registi, Oshii e Kon, che si capivano poco ed è pure incompleto.
  • Domani con il “Corriere delle Sera”, c’è il primo volume di una collana dedicata al fumetto di realtà. Si inizia con Persepolis di Marjane Satrapi. Ho firmato la prefazione. Per avere quel libro bisogna allungare €7.90 all’edicolante. I titoli successivi, fino alla fine di agosto, sono:

2) Cronache di Gerusalemme di Guy Delisle 27/04/2013
3) Valzer con Bashir di David Polonsky e Ari Folman 04/05/2013
4) Fax da Sarajevo di Joe Kubert 11/05/2013
5) Quaderni ucraini di Igort 18/05/2013
6) Capire Israele in 60 giorni (e anche meno) di Sarah Gliden 25/05/2013
7) Zahara’s Paradise di Amir&Khalil 01/06/2013
8) Palestina di Joe Sacco 08/06/2013
9) No Pasararan di Vittorio Giardino 15/06/2013
10) La seconda volta che ho visto Roma di Marco Corona 22/06/2013
11) Pyongyang di Guy Delisle 29/06/2013
12) Castro di Reinhard Klest 06/07/2013
13) Gorazde di Joe Sacco 13/07/2013
14) Marzì di Sylvain Savoia e Marzena Sowa 20/07/2013
15) Shenzen di Guy Delisle 27/07/2013
16) Dove la terra brucia di Giuseppe Galeani e Paola Cannatella 03/08/2013
17) Cronache birmane di Guy Delisle 10/08/2013
18) Morti di sonno di Davide Reviati 17/08/2013
19) Bye Bye Babylon di Lamia Ziadé 24/08/2013
20) Diario italiano di David B. 31/08/2013
Le prefazioni sono scritte da me e da Matteo, che ne parla QUI.

Umori:

Pace non cerco, guerra non sopporto
tranquillo e solo vo pel mondo in sogno
pieno di canti soffocati. Agogno
la nebbia ed il silenzio in un gran porto.

In un gran porto pien di vele lievi
pronte a salpar per l’orizzonte azzurro
dolci ondulando, mentre che il sussurro
del vento passa con accordi brevi.

E quegli accordi il vento se li porta
lontani sopra il mare sconosciuto.
Sogno. La vita è triste ed io son solo.

O quando o quando in un mattino ardente
l’anima mia si sveglierà nel sole
nel sole eterno, libera e fremente?

(Dino Campana, Poesia facile)


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07 Madonna

Leggere fumetti è sexy

Parole:

  • I numeri del fumetto francese in 32 capitoli su Neuvieme art 2.0. QUI.
  • Durante una gita a New York, facevo il giro dell’isolato, scartavo tra odori acri mattutini di fritture cinesi, gettavo un’occhiata all’Empire State Building, respiravo forte e mi ci infilavo. Un negozio che, nelle mie memorie, era (è) bellissimo. Adesso Jim Hanley’s Universe chiude. O, meglio, si sposta. Ne dà conto Bleeding Cool, QUI.
  • Blutch intervistato da Craig Thompson in esclusiva per Boing Boing. QUI. (Di Blutch, in italiano, devi assolutamente comprare i due volumetti di Blotch e il Piccolo Christian; se leggi il francese, sappi che ha firmato uno degli episodi più belli del Donjon di Trondheim e Sfar: Mon fils le tueur)

Figure:

  • WAAAAH! AAAAH! Ah hhh … h …

    da QUI
  • Il blog di Forbidden Planet presenta una carrellata di copertine di THB di Paul Pope: un mostrone robotico liofilizzato che difende una Lolita eurasiatica (nel segno e non per provenienza geografica). Non riesco a trovare nessun volume che raccolga THB (per suscitarti un po’ di invidia, ti dirò che custodisco gelosamente alcuni dei fascicoli spillati riprodotti). QUI.
  • QUI c’è un video che racconta il Billy Ireland Cartoon Library and Museum. Un visita di questo posto guidata da Caitlin McGurk, una bibliotecaria per cui rischio di prendere una cotta. Io, a Michele Ginevra, voglio un sacco di bene, ma – giuro – non è così.
  • A proposito di Michele Ginevra, Natalia LL su MG-MSUM. QUI.
  • E poi tre C (Constantine, Chtulhu e Casper), QUI.
  • Mentre guardavo una lista di fumetti che hanno influenzato i fratelli Hernandez, per nessun motivo, mi è tornato in mente Rand Holmes. Un gigante. Un video su una retrospettiva a lui dedicata 



    QUI
     il link alla carrellata google image.
    QUI il libro che avresti dovuto procurarti un sacco di tempo fa (se non lo hai fatto, rimedia).

  • Good Girls Art: Chi è Robert McGinnis. un pool Flickr che lo spiega bene QUI.
  • Il blue ray di Per favore non toccate le vecchiette di Mel Brooks avrà, negli USA, una copertina disegnata da Drew Friedman. La trovi QUI, sul tumblr di Fantagraphics.
  • Act of Faith: un cortometraggio scritto da Alan Moore e diretto da Mirch Jenkins

Fatti:

Carte:

  • In edicola, finalmente finito, c’è il fascicolo DK: Io so chi non sono, primo episodio di una versione alternativa di Diabolik, voluta da Mario Gomboli, Tito Faraci e Giuseppe Palumbo, in occasione del cinquantesimo compleanno del personaggio. A Lucca c’era un libro assai costoso che raccoglieva i capitoli di questa storia in vari stadi di lavorazione: costava una fucilata.
  • E’ uscito Chaos, il nono e penultimo volume della collana che Panini Comics sta dedicando ai lavori di Moebius. E’ una raccolta di illustrazioni, normalmente stupefacenti. Se cerchi emozioni compra i volumi della collana Absolut Moebius. Se cerchi narrazioni non iniziare da Chaos.
  • In libreria in settimana avresti dovuto prendere due libri editi da Rizzoli Lizard. Non lo hai fatto? Poco male, puoi rimediare.
    • Lo sconosciuto racconta di Magnus, che contiene due fumetti brevi (originariamente apparsi sul “Resto del Carlino” – credo), un soggetto inedito, riprodotto dalle carte dell’autore (scritto a mano – con una grafia bellissima! – e pieno di Magnus), copertine, bozzetti e disegni.
    • Roy Mann di Tiziano Sclavi e Attilio Micheluzzi, con la trilogia di fantascienza dedicata al personaggio. Non posso dichiarare che anche questo sia un prodotto bellissimo solo per mantenere una parvenza di pudore (ne ho scritto la prefazione). L’unico difetto del libro (e non è piccolo, purtroppo) risiede nel fatto che il fumetto – apparso originariamente a colori – sia qui in bianco e nero. Certo: il colore sarebbe stato meglio, ma, purtroppo, è andato perduto. Delle due l’una: o lo si pubblicava in bianco e nero (acquisendo gli originali, che ci sono e sono bellissimi) o si riproducevano edizioni precedenti (stampate maluccio). La scelta era obbligata. (comunque quel fumetto è bello e necessario).
  • Domani, in edicola, con il “Corriere della Sera”, c’è il secondo volume della collana dedicata al Fumetto di realtà: Cronache di Gerusalemme di Guy Delisle. (anche in questo caso, con mia prefazione… mi viene quasi di scusarmi)

Umori:


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Leggere fumetti è sexy

Leggere fumetti è sexy

Parole

  • Uno dei miei blog preferiti fa gli auguri al governo appena insidiatosi. QUI
  • Insieme alla lista dei ministri del governo italico, arriva un messaggio del mio amico Egidio. “Ovviamente questo è il momento del bispensiero. [...] C’è chi prende le distanze, e chi prende la mira”. Il bipensiero è questa cosa QUI.
  • Ed è ancora quel mio blog preferito a farmi un paio di regali. QUI e QUI
  • Ralph Koster è l’autore di un libro importante su come si progettano i videogiochi. Il libro si chiama “A Theory of Fun” e se parti dal sito – QUI – riesci a scaricare le presentazioni da cui quel libro è partito. Questa settimana, sul blog dell’autore, è sapparso un post sull’architettura delle scelte. QUI.

Figure

  • Giavasan, QUI, posta il video Tom Waits/Cookie Monster – Hell Broke Luce. Lo faccio anch’io.
  • Sono apparse in giro un po’ di immagini da un carnet di Jacques Tardi pubblicato da JC Menu. QUI da Du9 e QUI dal tumblr di Fantagraphics.
  • Atti vandalici in un bagno pubblico: foto dal tumblr di Skiribilla. QUI
  • Consumer art di Natalia LL da snowce. QUI. Cercala Natalia LL ché ci ono dei video degli anni 60 e 70 pazzeschi.
  • Mica l’ho letto l’articolo, ma il titolo e la sequenza di immagini mi hanno fatto ridere. Da “Visual News”, QUI.
  • E ancora da Giavasan, un video sulla sicurezza e il diritto all’informazione
  • Boing Boing, QUI, segnala una matrice utile per capire quelli che ti odiano sul web. L’ha pubblicata, QUI sul suo blog, Ann Friedman.
  • Una pagina di Al Columbia, da Du9, che mi fa venire in mente il cuore rivelatore di Alberto Breccia. QUI.
  • Ancora Matteo, sempre su fumettologicamente, segnala la serie televisiva dedicata a Hector German Oesterheld. QUI.

Fatti

  • La mostra sul “Corriere dei ragazzi” (di cui ti dicevo QUI) è stata annullata. Mah…
  • Matteo segnala la digitalizzazione del fondo Topffer (QUI) ed Entrecomics, riportando la stessa notizia QUI, indica una pagina da cui scaricare quasi tutto Topffer in digitale, QUI.

Carte

  • Per sapere che libri a fumetti escono in lingua inglese, mi affido spessissimo a Paul Gravett. Ogni mese pubblica una lista come questa o questa. Per giugno mi segnala il libro su Al Feldstein (che devo imparare a leggere senza pensare a Harvey Kurtzman… come faccio QUI), l’edizione USA del libro di Blain su Alain Passard (ne avevo parlato QUI) e il libro di Alan Grant e Jon Haward sula vita di Buddha prima dell’illuminazione. Per luglio, il nuovo Paul di Michel Rabagliati, Triton di Osamu Tezuka e un’antologia di Stripburger fatta da Top Shelf.
  • Negli USA esce Putain de guerre di Jacques Tardi e Jean Pierre Verney. QUI il link dal blog Fantagraphics.
  • In settimana, ho trovato in edicola:
    • “Juxtapoz” di aprile con copertina di Ralph Steadman (cui il giornale dedica un lungo articolo)
    • Il numero 1 di “Mondo nuovo”, un giornale coraggiosissimo fin dalla testata. In un momento in cui gli storici hanno grandi problemi a periodizzare e a definire data certe, questo nuovo mensile indossa senza vergogna il sottotitolo: 1942-1870 L’età delle rivoluzioni. In questo primo numero: un articolo dedicato alle trasformazioni prodotte dalla scoperta di Cristoforo Colombo, un pezzo di David Bidussa sulle trasformazione della sessualità tra sei e settecento e un profilo di Hans Christian Andersen. A me è piaciuto molto.
    • Il numero uno di “Blueberry” di Charlier e Giraud. Aurea riduce in formato bonelliano le prime due avventure del tenente. Si continua al ritmo di due cartonati bonellizzati al mese per un po’.
  • In libreria c’erano:
    • 1493: pomodori, tabacco e batteri. Come Colombo ha creato il mondo in cui viviamo. E’ il saggio, firmato da Charles Mann ed edito da Mondadori, da cui è stato riassunto l’articolo di apertura di “Mondo nuovo”. Non l’ho ancora neanche aperto, ma mi aspetto grande godimento.
    • Il primo volume di Sunny di Taiyo Matsumoto (il tipo di Tekkonkinkreet – ma il film mi era piaciuto molto più del manga), edito da J-Pop.
  • Mi arrivato, invece, direttamente a casa:
    • Un librino molto divertente edito da Diàbolo. Si chiama Tyrex e porta in copertina la firma di Mauro Entrialgo. E’ il quinto libro prodotto da questo marchio giovanissimo e poco distribuito. ‘Sto Tyrex, con il suo spirito da “El Vibora”, a cavallo tra Peter Bagge e la situation comedy, mi ha divertito proprio tanto. Storie domestiche di lottatori mascherati, colmi di nevrosi spinte e psicosi incendiarie. Adesso, Diàbolo la guardo con più attenzione.
  • Domani, in edicola, con il “Corriere della Sera”, c’è il terzo volume della collana dedicata al Fumetto di realtà. Questa volta è Valzer con Bashir di Ari Folman e David Polonsky. Prefazione mia.

Umori


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Leggere fumetti è sexy

Leggere fumetti è sexy

Parole:

  •  Reporters Sans Frontieres pubblica il rapporto 2013 sui predatori dell’informazione. QUI. Accompagna il rapporto con questa campagna di lancio.
    Campagna di RSF
  • Abbiamo bisogno di storie. Perché? QUI, almeno, la domanda viene posta. 
  • Poi, questa settimana, leggiti il blog di Boris. Mio fratello ha pubblicato questi due post: 1 e 2. Quando hai finito, leggitelo tutto quel blog, ne vale la pena.

Figure:

  •  Sulla pagina Facebook di Charlotte Gainsbourg (dietro segnalazione del mio amico Ippoghigno) ho trovato questa locandina
    Nymphomaniac
    Mi è piaciuta molto. Mi pare che il coming soon là sotto faccia ridere per l’involontarietà dell’umorismo greve.
  • Boris dice che quell’immagine è copiata da questa. A me non sembra, però mi ha fatto piacere mi ritornasse in mente.
    histoire_d_o
  • Sul tumblr di Cory Doctorow, QUI, ho trovato questa immagine
    LovelyGraves
  • QUI una galleria di illustrazioni di Siyu Chen da “Juxtapoz”
  • E, poi, don Zauker mi ricorda che non gioco a Tetris da tantissimo tempo: QUI.
  • Quindici anni fa, a New York, ho scoperto Paul Pope. Ho comprato alboni autoprodotti bellissimi. In uno, Buzz Buzz Comics Magazine, c’era questa storia di Moebius che non ho mai visto altrove. QUI la puoi leggere anche tu.
  • A proposito di Moebius, Makoto Kobayashi ha fatto QUESTA cosa. Te lo ricordi? E’ il tipo di quel fumetto porno divertentissimo, Porompompin. Facendo una ricerca, mi sono ricordato quel fumetto di gatti (What’s Michael?). In un momento in cui Simon’s cat vende molto bene, forse lo si potrebbe ristampare.

Fatti:

  •  Mah… Qui ancora l’allegria per un evento in particolare non è svaporato. Ma non dico quale che sennò capisci che personaccia sono.
  • Allegria un po’ smorzata dalla morte di Ray Harryhausen: QUI la notizia.

Carte:

  • Orecchio acerbo si presenta in libreria con Spiaggia magica di Crockett Johnson. Adesso, tu, con tutta la calma di cui sei capace, esci e inizia a entrare in tutte le librerie che incontri e a chiederlo. Se ti dicono che non ce l’hanno, guarda con sdegno e commiserazione il libraio e vattene dicendo, ad alta voce e scandendo bele le parole (ché tutti sentano), “non vedi il bello, l’atrofia dell’anima ha avuto la meglio su di te, vado a cercare una libreria”. Se ti dicono che ce l’hanno, compralo e trova subito un’amica o un amico cui regalarlo. E poi ricomincia a cercarlo. Crockett Johnson è gigantesco e quel libro devi leggerlo e rileggerlo. Vai. Ora. (se non ti ho convinto, vai qui e scaricane un estratto).
  • Sei già tornato? Ok. Ora fai la posta a questo libro. Ancora non è uscito ma siamo in tanti ad attenderlo – da anni – con ansia.
  • Non so se sia già uno dei figli della direzione di Andrea Mazzotta, ma è uscito, con il marchio RW Lineachiara, il primo volume dell’integrale di Spirou e Fantasio di Franquin. Io lo compro!
  • In libreria hanno fatto capolino i primi due volumi della nuova edizione di Sanantonio. QUI trovi un po’ di info. Io quei romanzi non li ho mai letti (e sono anche un bel po’ prevenuto). Ho però un sacco di amici – molto più snob di me – che ne sono esaltati. (ah… le copertine di questa edizione sono così brutte da far pensare che i grafici di edizioni e/o fossero tutti in ferie).
  • Domani, in edicola, con il “Corriere della Sera”, c’è il quarto volume della collana dedicata al Fumetto di realtà. E’ la volta di Fax da Sarayevo di Joe Kubert. Prefazione mia.

Umori:

Alien_Vs_Predator__Chess_by_Xidon

e anche


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Leggere fumetti è sexy

Leggere fumetti è sexy

Parole:

  • Lo so. Tu l’hai già letto e io sono lentissimo. QUI c’è At the zoo, un racconto di Warren Ellis, uscito su “Nature” nel 2000. Mica niente di che, però a me continua a tornare in mente il solo romanzo di Ellis che ho potuto leggere finora. In italiano si chiama Con tanta benzina in vena. Divertentissimo.  (Leggo Transmetropolitan nella riedizione RW Lion e mi diverto tanto e ho scoperto che, dal primo gennaio di quest’anno, è disponibile Gun Machine (il romanzo nuovo).
  • Poi, ho un rigurgito antifascista e so riconoscere lo schifo vero quando lo vedo: QUI.

Figure:

  • Le prime due puntate d Fantasmi di Gonano e De Luca: Il commissario Spada. WOOOAH! QUI.
  • QUI, da Juxtapoz, una galleria di illustrazioni di Christian Rex Van Minnen: roba strana
  • QUI una rana sulla frutta disegnata da Sam Hiti.
  • E QUI un Frank di Jim Woodring che deve moltissimissimo a Where the wild things are di Maurice Sendak.
  • Sempre a proposito di omaggi a Maurice Sendak e alle sue creature selvagge, forse bisognerebbe annoverare anche questo

wherethewildthignsare

  • Hai presente il folle fallico di Moebius? Sai che nelle pagine di sinistra, a compendiare le avventure di quello strano tipo con un’iperfunzione erettile, c’era una serie di disegni bellissimi? Un modo per moebius di raccontare quanto gli fosse difficile emergere dalle proprie opere. Ecco. QUI, quella sequenza di disegni è stata animata.

Bandardfou

  • Un tumblr che contiene i mash up delle copertine dei comic book statunitensi? Fa ridere (almeno noi nerd). QUI.

Fatti:

  •  non foste per viver come bruti…

Carte:

  •  Lo sai, vero, che è uscita l’edizione statunitense di Jodelle (di Guy Peellaert). E’ un libro molto bello. QUI puoi scaricare un po’ di pagg in PDF.
  • Domani, in edicola, con il “Corriere della Sera”, c’è il quinto volume della collana dedicata al comics journalism. Questa volta c’è Quaderni ucraini di Igort.

Umori:

e

finger

Michael Mararian da QUI


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Leggere fumetti è sexy

Leggere fumetti è sexy

Parole:

  • E’ morto Videla. Rileggo l’articolo che Manuele Rivas ha dedicato a HGO. pubblicato originariamente su El Pais, tradotto per Internazionale e copiaincollato su template blog illeggibile QUI
  • Tonio Troiani affianca Gianni De Luca e Patrice Killoffer. A me fa piacere. QUI.
  • Feltrinelli Indies. Che senso ha? Qualcuno me lo spiega? QUI.
  • R.C. Harvey parla di Little Orphan Annie. QUI.

Figure:

  • Phil Noto apre l’album delle foto della storia Marvel. QUI la prima parte, QUI la seconda. Qua sotto inserisco una foto di Emma Frost con Joe Strummer, a Londra nel 1979. A dicembre di quell’anno sarebbe uscito London Calling, un disco che ci ha cambiato la vita.
    EmmaFrostJoeStrummer
  • Io, a Patrizia Mandanici, voglio un sacchissimo di bene. Se vai QUI, magari capisci il perché.
  • Vincent Price disegnato da Charles Burns da QUI
    VincentPrice
  • Sempre da ZonaNegatica (che è un tumblr spagnolo bellissimo) viene questa immagine. E’ la locandina di Perfect Blue di Satoshi Kon. Se ancora non sai quanto mi piace quel tipo, vuol dire che non sei stato attento.
    PerfectBlue

Fatti:

  • Venerdì scorso è morto VIdela. Era un vecchio in prigione. Ormai innocuo. Però è morto. Io sono un uomo piccolo e sapere che non calchiamo più il suolo del medesimo pianeta mi ha fatto piacere. Per tutta la settimana ho riletto storie di Hèctor Gérman Oesterheld, uno che è impossibile far scomparire.

Carte:

  • E’ uscito il numero 3000 di Topolino! L’hai comprato? Dentro c’è una storia di Tito Faraci e Giorgio Cavazzano bellissima. Io, in realtà, non lo potrei sapere se è bellissima perché, mentre scrivo, mica l’ho letta ancora quella storia. Però sono un ometto fortunato (non immagini quanto) e, in osteria, qualche settimana fa, ho visto le matite di Cavazzano. WAAAH!
    La formazione sentimentale di Gambadilegno

    La formazione sentimentale di Gambadilegno

    Osteria, avventore e tovagliette

    Osteria, avventore e tovagliette

  • Qualche anno fa usciva, negli USA, un giornale che mi divertiva molto. Si chiamava “Comic Book Artists”, era curato da Jon B. Cooke, era edito da TwoMorrows e sembrava la raccolta di appunti di uno storico dell’editoria a fumetti americana. Ne sono usciti numeri divertentissimi, dedicati a “Mad”, a “National Lampoon”, agli horror marvel degli anni 70, all’invasione dei disegnatori filippini, ai fumetti di Kung fu, a “Creepy”, … Poi, il curatore di questa testata ha deciso di traslocare presso un altro editore, Top Shelf, e dopo qualche numero, decisamente più fighetto, nerdy e noioso, ha smesso. Adesso, Jon B. Cooke è tornato a fare il suo giornale in TwoMorrows. Il nuovo titolo è “Comic Book Creators” e, nonostante la manfrina sul diritto d’autore con cui si apre,  mi sembra divertente. QUI, se hai voglia di registrarti al sito, puoi scaricare un po’ di pagine che nel giornale a stampa non ci sono entrate (se lo fai, per favore, spediscimi il PDF).

Umori:


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Leggere fumetti è sexy

Leggere fumetti è sexy

Parole:

  • Magari fosse vero: Andy Kaufman ci ha preso in giro. QUI
  • Antonio Dini è un uomo interessante. Parla di oggettini tecnologici, ma è pervaso da un sacco di ossessioni. Ne coltiva alcune molto interessanti: la storia dei caratteri tipografici, la letteratura popolare, la fotografia, il fumetto… Ha dedicato uno dei suoi blog agli argomenti di cui non scrive quando lo pagano. QUI dice cose della nuova edizione di Sanantonio.
  • Nel marzo del 1995, The Comics Journal intervista Rick Veitch. Mostrando un inguaribile rispetto verso la tradizione della casa, Groth e Thompson pubblicano quella intervista fiume, prendendosi un sacco di spazio (e di tempo del lettore) ed evitando qualsiasi elisione. Ora, quell’intervista è QUI.
  • L’editore di Joyland di Stephen King parla del libro. QUI. (Ma che copertina bellissima!!!!)

Figure:

  • Dal blog di “Forbidden Planet” mi arrivano addosso queste bellissime immagini di ballerini. Ora, lo so che mi sai pedante e noioso e ti aspetteresti che almeno dicessi i nomi de dodici riferimenti grafici più evidenti, ma, per stavolta almeno, lasciami guardare queste figure che, forse, prima o poi, diventeranno un web comic. QUI (ma anche QUI e QUI).
  • Lo sai, vero, che Kyle Baker, quando ha fatto l’adattamento a fumetti del film Dick Tracy, voleva disegnare il superpoliziotto con la faccia squadrata che gli aveva donato Chester Gould? Poi la Disney gli ha imposto il visino di Warren Beaty e tutte le pagine sono state peccettate per raddrizzare il nasino quadrato. La faccia di Tracy era una lama a rappresentare la sua acuminata rettitudine morale in un mondo di cattivi che riportavano le stigmate del male sul proprio volto (un mondo in cui Brunetta non avrebbe mai osato accostare Lombroso a Mengele). Il Tracy di Gould è divertentissimo, nonostante il nasino. Bisogna guardarlo con attenzione per scoprire che, sullo sfondo, ci può essere qualche bambino dedito a pratiche divertenti che lo condurranno alla scoperta del proprio corpo. QUI c’è una pagina di quel Tracy prima della mannaia carina disneyana.
  • Sgrufolando su FB ho scoperto che, nel 1993, Philip Bond ha fatto una copertina Archie che sa di Love & Rockets. Non so perché, ma guardando questa immagine non posso evitare di pensare che Betty e Veronica conoscano certe amiche mie locas tambien.
    B&V
  • E QUI una storia della Nuke da mammaiuto.
  • I soldi sono uno strumento del demonio. QUI.
  • Nel 1978 Stan Lee e Jenette Kahn, direttori editoriali rispettivamente di Marvel e DC, si incontrano e parlano in pubblico. E’ appena uscito quel fumetto noioso che presenta lo scontro tra Mohammed Ali e Superman e il fumetto era ormai considerabile Arte. Nella prima foto dell’articolo, Stan Lee sta chiaramente guardando le tette di Jenette Kahn. QUI.
  • Edward Hopper che non mi aspettavo. QUIQUI.
  • Una mostra di Ralph Steadman a Londra fino al 21/07. QUI c’è un post che parla della mostra e che contiene un’immagine del suo bianconiglio aliciano. L’asimmetria del personaggio  mi affascina tantissimo (ma non quanto la totale assenza di riferimenti grafici a John Tenniel, il primo disegnatore dell’Alice carrolliana).

Fatti:

  • Passeggiando per Napoli sono inciampato in una libreria che mi è parsa bella davvero. Piccola, con una scelta di libri ridotta ma molto curata e un’esposizione caotica e coerente. Mentre guardavo gli scaffali, pieni di libri illustrati e per bambini, ho origliato i consigli del libraio. Stava parlando di studi sugli ospedali psichiatrici con un ragazzo ed era preparato in un modo che, a me frequentatore di librerie ecommerce e di supermercati di catena, è parsa straordinaria. La libreria ha anche un bel nome. Si chiama Librido e QUI trovi tutte le informazioni per raggiungerla. Il negozio è molto meglio di come dice nel sito. Se sei da quelle parti, facci un giro.

Carte:

  • Da librido (guarda sopra), ho comprato Libretto postale di Franco Matticchio. E’ un volumetto orizzontale che raccoglie disegni bellissimi (impossibile dubitarne) e ha anche una bell’idea di struttura. Alcune di queste immagini (16, se ho contato bene) possono essere staccate (pagine sforacchiate con quella tecnica che, in altri tempi, si chiamava fustellatura). Diventano così cartoline che possono essere affrancate con i 16 francobolli finti (ma stampati su carta gommata), sempre disegnati da Matticchio, infilati nel volume. Il libro è edito da una casa editrice giovanissima che si chiama Vànvera e su cui ho trovato qualche informazione (poche) QUI.
  • E’ uscito Barnaby di Crockett Johnson. Amazon Italia ancora non lo sa, ma Bookdepository sì. QUI.

Umori:


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Leggere fumetti è sexy

Leggere fumetti è sexy

Parole:

  • Poche parole, QUI. Ma quelle poche mi hanno fatto ridere.

Figure:

  • Vincino, sul suo FB, venerdì 31/05, ha pubblicato questa.
    FinanziamentoAiPartitiVincino
  • Su Facebook Lorena Canottiere ha postato questa foto di teppista turco
    TeppistaTurco
  • QUI il tenenteBlueberry contro il capitano Marvel (Giraud vs. C.C.Beck)
  • QUI gatti a Roma disegnati da Henri Cartier Bresson
  • C’è un ciclo di storie di Usagi Yojimbo – Grasscutter – in cui Stan Sakai mette in scena una moltitudine di granchi rossi che fa riemergere una spada sacra dalle acque. Mi chiedevo da dove gli venisse questa idea. Ho trovato questo.

Fatti:

WomanInRed

Carte

  • Panini ha distribuito nelle fumetterie (e forse anche altrove, chi può dirlo) il primo dei due volumi di Opus di Satoshi Kon. Quando faceva fumetti, Kon raramente trovava la propria misura: succedeva spesso che avesse altri tempi, che gli pesasse troppo Otomo e che non riuscisse a pensare la pagina. (Quando faceva cinema era proprio un’altra cosa.) Questo Opus mi stupisce. Perché è bello e funziona. E mi stupisce ancora di più perché fa quel gioco metanarrativo che, di solito, mi indica con chiarezza l’autora con il fiato corto. Lo sfondamento della quarta parete coincide con lo sfondamento della mia pazienza. Opus è fumetto che gioca coi codici sul fumetto e lo fa in maniera divertita, senza tentare ragionamenti sull’autorialità e sulle responsabilità. Spero solo che il secondo volume, in uscita a luglio, non mi deluda.
  • Bread&Wine di Samuel R. Delany e Mia Wolff. Esce a giugno e io so solo quello che si può dedurre da QUI. Sono curiosissimo. Per altro, qui c’è scritto che Wolff studia arti marziali. Cercando nel suo sito ho trovato solo riferimenti precisi al Pilates (e, fino a ieri, pensavo che esistesse solo nei DVD). Guardando un po’ meglio, ho scoperto l’elenco delle arti marziali: Arnis, Xing Yi e Kajukenbo. Non le conosco.
  • Poi, sono curiosissimo di sapere cosa ha fatto Howard Chaykin con il seguito di Black Kiss. Ricordo che, quando è uscito il primo ciclo di storie, per me è stato uno shock. Una casa editrice statunitense minuscola (Vortex, se non ricordo male) che faceva questi albetti difficilissimi da sostenere (pornografia che funzionava, visto che ti facevano sentire sporco sul serio). In italiano sono apparsi sulla rivista “Nova Express” e poi in volume, prima per Granata Press, poi per Purple Press e, infine, per Magic Press. Attendo questo secondo volume di Black Kiss con grande emozione, cercando di nascondermi che, in realtà, temo sia una grande vaccata. Del resto le copertine con quei disegni coloratissimi non promettono molto (ma magari è solo un’imposizione di quei cafoni della Image).
  • Ma non è vero che all’Image sono capaci solo di cafonate. Di recente hanno pubblicato un’antologia di storie di Paul Pope. Si chiama “One Trick Rip Off+Deep Cuts” e raccoglie una storia uscita in volume per Dark Horse (e anni dopo, credo, anche in italiano, forse per Panini) e un sacco di fumetti più brevi dagli esordi all’approdo in casa DC. Pope è un tipo interessantissimo che ha esordito 22enne, facendo autoproduzioni molto influenzate dal fumetto europeo (nella sua vita è riuscito a commissionare un fumetto a Moebius). Da lì ha attraversato – fisicamente e stilisticamente – tre continenti, confezionando un modo della pagina che sente di Europa, America e Asia. E’ decisamente un gigante e quel libro è bellissimo. Continuo a sentire la mancanza di una raccolta organica delle storie di THB.

Umori:

BelleDeJour


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La copertina di Linus

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Previsioni del tempo (2)

linus-1-1965

Aprile è il più crudele dei mesi, dice Derek Raymond. Forse, ma non nel 1965.

In quell’anno, in quel mese, due sorprese si palesano in edicola e, in quell’Italia che il Miracolo ha reso meno rurale e meno provinciale, con una spesa modica – ma forse non tanto – si può accedere a vera bellezza. Addio alle armi di Hemingway è il primo degli Oscar Mondadori. Un tascabile da chiedere all’omino rintanato nel chiosco e da portare via con il quotidiano e la dispensa dell’enciclopedia, che tanto va in quel periodo. Un’idea nuova di quelle che, in editoria, capitano una o due volte per generazione. Fino a quel momento, i più svegli avevano imparato a comprare libri brossurati ed economici della nuova BUR nelle appena nate librerie di Giangiacomo Feltrinelli. Erano, quelli, posti un po’ blasfemi che accostavano, senza alcuna creanza, sacro e profano. Nelle città della penisola ne erano già state aperte quattro (e, presto, il loro numero sarebbe aumentato): luoghi spaziosi e innovativi, all’interno dei quali i lettori potevano aggirarsi, prendere libri senza chiedere a un commesso, sfogliarli e, magari, ascoltare musica (nella libreria romana c’era anche un juke-box, oggetto del demonio in cui tintinnavano molti dei risparmi degli italiani).

L’altra sorpresa in edicola nell’aprile del 1965 presenta una copertina verdolina su cui campeggia un bambino con la maglia a righe, il pollice in bocca e una coperta appoggiata sul viso. Il bambino insicuro è uno dei personaggi di Peanuts, striscia di Charles M. Schulz. Si chiama Linus e, in testata, scritto con un pulitissimo carattere bastone, è ben leggibile il suo nome.

“Linus” è un mensile completamente inaspettato: pubblica fumetti, illustrazioni e articoli sui disegnatori e sull’immaginario in cui il loro lavoro galleggia. Con precisione di metronomo e uscite dalla perfetta cadenza mensile, quel giornale cambia la storia del fumetto in Italia e nel mondo.

Non esagero.

La coincidenza che porta alla nascita di quei due prodotti nello stesso mese è straordinaria almeno quanto il fatto che entrambi, dopo quasi cinquant’anni, esistono ancora.

Hmmm… Prima imprecisione.

Nessuno compra più un Oscar Mondadori in un’edicola che non sia anche un po’ una libreria da decenni e l’ultimo numero di “Linus” era datato aprile 2013. Già. Aprile è il più crudele dei mesi.

Traversie editoriali – inevitabili per un prodotto così longevo – hanno trasformato “Linus” più volte. Ha cambiato direttori (ma quelli veramente importanti sono stati i primi due, Giovanni Gandini e Oreste del Buono), linee editoriale, formati e, anche, editori. Quando ormai il festeggiamento per i cinquant’anni sembrava una meta vicina, la sorpresa. Linus buca un’uscita (e non era mai successo). Si parla di interruzione temporanea: dicono che durerà solo due mesi. Morte o coma farmacologico che sia, a far visita al corpo inerme si presenta una fila interminabile di sciacalli che cercano di enfatizzare la propria personale importanza sbavando su una storia dimenticata.

“Linus” non stava bene da anni. E mica mi riferisco a questioni commerciali, ché, siccome sono un lettore, gli indicatori numerici mi interessano solo relativamente. L’ultima redazione era completamente inconsapevole della storia del giornale e produceva un oggetto assemblato frugando nel cestino. Un Frankenstein di carta, composto di strisce giustapposte malamente, articoli illeggibili, scelte grafiche ed editoriali a muzzo: nessun fulmine avrebbe potuto infondergli la vita. Ciò nonostante, la sua presenza in edicola stava lì a raccontarci che, quasi cinquant’anni prima, un gruppo di borghesissimi intellettuali milanesi (laurea in giurisprudenza, simpatie socialiste, moderata frequentazione del bar Giamaica, ottime letture e forte attitudine al cazzeggio) aveva deciso che un altro fumetto era possibile. E aveva agito di conseguenza.

Ora “Linus” non c’è più (ma, sia chiaro, forse torna) e già mi manca quella sua testata vergata con un pulitissimo carattere bastone secondo le indicazioni di Salvatore Gregorietti. Mi manca anche se so che, negli anni, quelle copertine semplici, quell’impianto modernissimo, quella distesa di bianco e nero stampata benissimo su carta ottima (e odorosa) e quel nome “facile da ricordare” erano stati lasciati a loro stessi.

Mi manca perché quell’assenza sottolinea che un progetto editoriale di consumo e ricerca, intorno al fumetto, oggi non sia più possibile.


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